ESAURITO

Requiem elettronico

Antonella Ruggiero (CD)

9,00

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ESAURITO



Nel 2009 Antonella Ruggiero e il duo artistico ConiglioViola hanno dato vita al Concerto Senza Titolo, un lavoro che indagava poeticamente un tema tabù della cultura contemporanea: la morte. Il titolo stesso faceva riferimento a questa reticenza della contemporaneità di fronte a questa protagonista innominabile, evidente in particolare nell’ambito della nostra produzione culturale indicato come “cultura pop”. Oggi il Concerto Senza Titolo diventa un disco, in cui vengono raccolte dieci canzoni, dieci piccoli pezzi della storia del pop italiano, giocate su questo tema. Da La canzone di Marinella (F. De André) a Il dono del cervo (A. Branduardi), da La sedia di lillà (A. Fortis) a Samarcanda (R. Vecchioni). Sono stati coinvolti sei diversi musicisti, perché reinterpretassero con la loro sensibilità le canzoni scelte: Matteo Curallo (che ha riarrangiato Vecchio frac e L’arca di Noé), Fulvio Renzi (Samarcanda), Alessandro Siani (La canzone di Marinella, Albergo a ore), Luca “Vicio” Vicini (La sedia di lillà), Ivan Ciccarelli (Il Carrozzone, Il dono del cervo) e Roberto Colombo (Cosa sono le nuvole, Una miniera). Gli arrangiamenti musicali, rigorosamente elettronici, danno una nuova veste contemporanea a questi classici ben radicati nell’immaginario collettivo. In un secondo tempo tutti i brani sono stati rielaborati elettronicamente da Roberto Colombo, che ha aggiunto qua e là interventi d’orchestra d’archi.
"Requiem Elettronico" è composto da un CD e un DVD: il secondo supporto contiene i videoclip delle dieci canzoni, realizzati da ConiglioViola e utilizzati nelle rappresentazioni live, inframmezzate da clip dei concerti stessi.
10 tracce :

  1. Vecchio frack (Domenico Modugno)

  2. La sedia di lillà (Alberto Fortis)

  3. Il carrozzone (Renato Zero)

  4. Il dono del cervo (Angelo Branduardi)

  5. L'arca di Noè (Sergio Endrigo)

  6. La canzone di Marinella (Fabrizio De Andrè)

  7. Cosa sono le nuvole (Domenico Modugno)

  8. Samarcanda (Roberto Vecchioni)

  9. Albergo a ore (Herbert Pagani)

  10. Una miniera (New Trolls)


L’approccio dei diversi arrangiatori è diverso canzone per canzone e il risultato che ne viene fuori è di una proposta variegata e intrigante.
Brani come “Vecchio frac”, di Domenico Modugno, e “L’arca di Noè”, di Sergio Endrigo, arrangiati da Matteo Curallo, hanno subito un trattamento armonico, in parte distante dalla composizione originale, che li hanno resi estremamente particolari ed attuali. Molto interessanti i momenti di attesa e di apparente stallo armonico e ritmico, che rendono ipnotici soprattutto finali, entrambi con la voce che ripete le stesse frasi musicali.
“Samarcanda”, di Roberto Vecchioni, ha un incedere deciso, con il violino in bella vista, com’è giusto che sia, visto che Fulvio Renzi, l’arrangiatore del brano, è un violinista con forte personalità. Molto coinvolgente il finale strumentale in crescendo e la soluzione vocale di Antonella nella parte più riconoscibile del brano “oh, oh cavallo…”
Alessandro Siani, dj e creatore di rumori, in “La canzone di Marinella”, di Fabrizio De Andrè, e “Albergo a ore”, di Herbert Pagani, ha mantenuto la struttura armonica e ritmica simile alle versioni originali, concentrando molto la parte più psichedelica, in particolare in “La canzone di Marinella”, nella parte strumentale introduttiva. Particolarmente azzeccato è il mondo rarefatto di “Albergo a ore”, che contribuisce a rendere ancor più tenera la descrizione della storia dei due giovani suicidi.
“La sedià di lillà” di Alberto Fortis, probabilmente la sua composizione più intensa, è stata affrontata da Luca “Vicio” Vicini in un modo che viene caratterizzato da una progressione armonica inesistente, che insiste sull’alternanza di due semplici accordi. Il tutto conferisce una sorte di immobilità e di ipnosi, in particolare nella lunga coda. Bella l’entrata del basso insistente e anch’esso ipnotico, da metà brano in poi. Una spolverata di archi, aggiunta in un secondo tempo da Colombo, contribuisce anch’essa a questo stato ipnotico globale.
Ivan Ciccarelli, percussionista e arrangiatore, ha realizzato “Il dono del cervo”, di Angelo Branduardi, dove il gioco delle percussioni armoniche, celesta e glockenspiel, rende il brano giocoso, con un deciso crescendo ritmico nella parte strumentale. L’atra canzone è “Il carrozzone”, di Renato Zero, in cui viene rispettato l’incedere lento e cadenzato, che conferiscono una solennità, che dà risalto alla scrittura del brano, con una lunga coda strumentale piena di maliconia.
L’altro brano di Domenico Modugno “Cosa sono le nuvole” e “Una miniera”, dei New Trolls, vengono affrontati da Roberto Colombo, mantenendo la struttura armonica interamente fedeli agli originali. Una ritmica essenziale, che lascia spazio agli interventi degli archi, arrangiati da Stefano Barzan, e all’interpretazione di Antonella.
Il lavoro di rielaborazione elettronica svolto da Roberto Colombo, consiste nell’aver passato le singole tracce delle registrazioni, o gli stereo delle basi, attraverso filtri analogici di antica progettazione, con un abbondante utilizzo di modulatore ad anello e riverberi, grandi e piccini. Il risultato è di una situazione sonora mai costante, con una consistente alternanza di vuoti e pieni, a sottolineare, o a contrastare, l’interpretazione vocale di Antonella.
“Requiem Elettronico” è un viaggio all’interno della canzone d’autore italiana, quella apparentemente più cupa, ma sicuramente la più toccante.
Data di uscita : 18/06/2015
Label : Libera
Dimensioni : 12 x 12 cm
Prodotto da Roberto Colombo per Libera sas
Rielaborazioni sonore di Roberto Colombo, studio “registrazioni moderne”
Mixaggi e Mastering: Roberto Colombo e Massimo Faggioni, studio “fonologie monzesi”
Copertina e veste grafica “Coniglio Viola”